La ricerca dello strumento di scrittura perfetto
La penna non è solo uno strumento per scrivere una storia. Ogni penna ha la sua storia. Una storia di fascino, eleganza, ricerca tecnologica ed evoluzione. Oggi esistono diversi tipi di penna che si differenziano per tecnologia, per il tipo di scrittura e per il materiale in cui sono realizzate.
La forma e il materiale
Il primo contatto che si ha con una penna è visivo, prima ancora che tattile. La sensazione iniziale che si prova è suscitata dall’estetica dell’oggetto, dal design. In un secondo momento subentra il contatto con il materiale con cui la penna è realizzata. La vista e il tatto sono molto sensibili a ogni cambiamento. Dal metallo, alle plastiche, dal legno ai metalli nobili e alle pietre preziose, ogni singolo materiale ha la sua precisa identità.
La scelta del “vestito” migliore per la propria penna è del tutto personale e ognuno ha le proprie preferenze in termini di dimensioni, peso e forma. Ogni rapporto con una penna può e deve essere unico. Adeguato alle esigenze, adeguato al tipo di scrittura.
I tipi di scrittura
Il tipo di scrittura cambia in base al tipo di inchiostro e al sistema di scrittura che montano i diversi tipi di penna (stilografica, a sfera, gel, roller). Sono le abitudini a determinare la preferenza nella scelta del tipo di scrittura e le esigenze. Pulizia, precisione del tratto, scorrevolezza sono caratteristiche fondamentali per valutare uno strumento da scrittura.
Esistono, però, delle regole generali che possono essere utili nella scelta finale.
Penne stilografiche
Come è fatta una penna stilografica? È composta da una cannetta piena d’inchiostro e da un pennino. L’inchiostro liquido confluisce al pennino attraverso un sistema di distribuzione che combina gravità e capillarità. L’inchiostro può essere rifornito o con cartucce o con un contagocce. La maggior parte delle penne stilografiche di nuova produzione usano cartucce usa e getta oppure un serbatoio rimovibile con un meccanismo a vite o a pistone per la fornitura dell’inchiostro.
La penna stilografica si rivolge ancora oggi a persone dalla forte personalità che apprezzano l’estetica e il design ricercato. La penna stessa ha un carattere forte, rigido e severo, che attira lo scrittore di turno per la sua elegante bellezza. Il tratto preciso e pieno la rendono la scelta migliore possibile. I difetti delle stilografiche sono quelli di sempre: scarsa scorrevolezza, perdite, poca autonomia, eccessiva fragilità, ma i pregi in termini di eleganza e stile sono insuperabili.
La manutenzione delle penne
Le penne stilografiche hanno bisogno di molte attenzioni e di una costante manutenzione. Per evitare graffi sul corpo della penna conviene usare una custodia morbida. Se la stilografica non viene usata quotidianamente, l’inchiostro può seccarsi finendo per rovinare l’intero meccanismo. La penna va pulita non troppo spesso, una volta ogni due/tre mesi, con acqua tiepida.
Attenzione: è importante evitare di usare acqua troppo calda che può causare danni. Si lascia con il pennino in ammollo per sciogliere completamente il residuo secco. Si carica con l’acqua e si svuota. Questo processo si deve ripetere finché l’acqua non è pulita. Poi si pulisce l’interno del cappuccio e il pennino dalla condensa con un panno. Un altro consiglio è quello di tenere la penna sempre con la punta in alto, per evitare che l’inchiostro si secchi e crei dei danni al meccanismo.
Penna a sfera
La penna a sfera, anche conosciuta come biro, è stata inventata dal giornalista ungherese László József Bíró che, così si racconta, verso la fine degli anni trenta, vide un pallone rotolare in una pozzanghera e lasciare una striscia bagnata sull’asfalto. Biró pensò che questo principio dovesse valere anche per le penne. Nacque così l’idea della penna a sfera. Una rivoluzione, rispetto alla penna stilografica, con una maggiore autonomia e senza macchie sulla carta.
C’era però il problema della scorrevolezza dell’inchiostro. Bíró provò a sostituire l’inchiostro da stilografica, troppo denso, con quello delle rotative per la stampa dei giornaliIl nuovo liquido, però, era ancora troppo viscoso. L’invenzione fondamentale di Biró fu di inserire all’interno della punta della penna una piccola pallina metallica secondo lo stesso principio che permetteva ai cilindri rotanti di stampare la carta dei giornali. Era nata la penna a sfera.
Nel 1943 Bíró brevettò la sua invenzione, ma i costi di produzione erano troppo elevati, rendendola un prodotto d’élite. Bíró cedette allora il brevetto al barone italiano naturalizzato francese Marcel Bich. Nel dicembre 1950, Marcel Bich presentò la sua penna a sfera, prodotta con tecnologia automatizzata e la diffuse col nome Bic in tutto il mondo.
Nella penna a sfera all’interno della punta vi è una camera con un inchiostro viscoso che viene distribuito sulla carta grazie al rotolamento di una piccola sfera metallica.
Oggi le penne a sfera sono le più diffuse sul mercato. L’inchiostro si asciuga quasi immediatamente al contatto con la carta e la precisione del tratto non ha nulla da invidiare a quello delle stilografiche.